Sono stati e saranno ancora giorni decisivi per il futuro del movimento calcistico dilettante italiano. Proseguono a ritmo serrato i lavori ed i confronti per costruire tutti insieme, Governo,
Istituzioni e Comitati Regionali, il lungo percorso da seguire per far ripartire un movimento che conta più di un milione di tesserati. Una ripartenza che, però, non potrà iniziare senza un radicale e fondamentale cambio di mentalità, sotto il profilo amministrativo, sportivo e di contenimento dei costi.
Con questa filosofia chiara in mente, il presidente del Comitato Regionale della Liguria Giulio Ivaldi è costantemente al lavoro per tutelare il suo mondo, che può fare affidamento su circa 30 mila tesserati e quasi trecento società iscritte ai campionati.
“La nostra regione conta circa 1 milione e 600 mila abitanti – spiega il presidente Ivaldi – ed abbiamo un ottimo rapporto rispetto al numero di giocatori. Insomma il nostro movimento resiste, senza avere mai cali vertiginosi, nonostante alcuni problemi logistici dovuti alla forma allungata della Liguria, che costringe le società anche a trasferte molto lunghe”.
Per il presidente Ivaldi il punto di partenza è ben preciso: “Il momento che stiamo vivendo è assolutamente straordinario e dobbiamo pensare che l’approccio che avevamo prima dovrà cambiare radicalmente. Mi associo a quanto detto con forza dal presidente Sibilia che insiste
per la tutela di tutti, che dovrà essere garantita con documenti adeguati alla nostra realtà. Restiamo in attesa delle decisioni degli organismi preposti a prenderle, quindi daremo le nostre opinioni. Sarà tutto complicato, ma ci stiamo già prefigurando gli scenari futuri”.